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PRIMORDIO

Fundamental step for the construction of identity, the relationship with the other allows the birth and the definition of the self. Before knowing ourselves, we experience the other. Think about the passive dimension of the body that we experience in the feeling of the flesh. We don’t decide to feel but we are in some way acted, affected by the other. We find this dimension also in the neonatal phase in which the child lives a symbiotic experience with the mother: I and another are one thing, they live in the same place, made of the same flesh, share the same nature whose essence is the opening, the fold, the gap. With the work Primordio I want to represent this original space made of cracks and chinks, where the words me and you have not yet been pronounced. It’s from this intimate nature that they can born as subject and object.

Tappa fondamentale per la costruzione dell’identità, il rapporto con l’altro permette la nascita e la definizione del sé. Prima ancora di conoscere noi stessi, facciamo esperienza dell’altro. Si pensi alla dimensione passiva del corpo che sperimentiamo nel sentire della carne. Non decidiamo di sentire ma siamo in qualche modo agiti, affetti dall’altro. Questa dimensione la ritroviamo anche nella fase neonatale in cui il bambino vive una esperienza simbiotica con la madre: io e altro sono un’unica cosa, abitano lo stesso luogo, sono fatti della stessa carne, condividono la medesima natura la cui essenza è l’apertura, la piega, il varco. Con l’opera Primordio ho voluto rappresentare questo spazio originario fatto di fenditure e spiragli, dove le parole io e tu non sono ancora state pronunciate. È da questa intima natura che possono nascere poi come soggetto e oggetto

I lavori di Federica Rugnone, ispirandosi al pensiero di Merleau Ponty, chiamano in causa lo spettatore nella complessità delle sue capacità percettive: quel meccanismo che mette in rapporto immediato la coscienza con il mondo. Sembra che la materia abbia fatto tutto da sola, che abbia cominciato a fessurarsi, finché la mano dell’artista non ha deciso di interrompere il corso naturale degli eventi con un atto deliberato, un’azione artistica. Ne consegue così un racconto metamorfico che, grazie all’intuizione dell’artista, analizza e indaga in maniera originale il mondo che ci circonda. Ciò che colpisce tuttavia in “Primordio” è la possibilità di percepire, nell’ irruenza della materia la delicatezza del gesto.

Anna di Lorenzo, storica dell'arte

Mostra Annuale 2018 - Un anno della Scuola Internazionale di Grafica Il Bisonte, in «Archivio»,  numero.1 (2019), pp 20-21.

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